E’ la chiesa più antica per costruzione e per forma architettonica che si conserva nel paese. E’ divisa in tre navate con bellissimi archi gotici, costruiti in pietra rosata e impreziosita da stemmi ed incisioni. Certamente l’inizio della sua costruzione, con l’attigua abbazia, è da farsi risalire al periodo Carolingio-Longobardo, cioè al IX secolo. Il documento più antico, che si conserva nel suo archivio, risale all’anno 1235 e la chiesa viene chiamata “San Nicolai(San Nicola)in Escleta”. All’inizio del 1200, a causa dell’incuria dei monaci cassinesi che l’amministravano, fu fatta ricostruire in stile gotico dal vescovo di Bovino, Pietro I.

Nel 1400 venne di nuovo rifatta e restaurata in stile diverso dal gotico, perdendo in parte la sua caratteristica originaria.
Nell’anno 1515 con papa Leone X, fu sottratta con l’annesso conventino all’abbazia di Montevergine, da cui dipendeva, a causa della loro incuria, e ceduta all’Ospedale dell’Annunziata di Napoli, da cui ne derivò anche l’attuale denominazione con il relativo culto. In seguito alla battaglia di Lepanto del 1751, in cui fu istituito il culto della Madonna del SS. Rosario, venne fondata la “Congregazione laicale del SS. Rosario” con il relativo altare maggiore, a cui si aggiunse l’altare del SS. Sacramento. Con la soppressione delle corporazioni religiose, avvenuta nel 1811, da parte di Gioacchino Murat, il convento adiacente fu soppresso e tutti i suoi beni devoluti alla Consolazione.

In seguito al terremoto del 1930 tutta la volta e le relative coperture furono rifatte con uno stile differente e poco intonato alla precedente costruzione.Era chiamata la “Civica” perchè, ad iniziare dalla metà del XV secolo, in essa il popolo di Deliceto era solito tenere nelle grandi occasioni assemblee generali e parlamento. Lungo la navata sinistra sono conservati: un crocifisso ligneo del ‘600, la statua di San Leonardo proveniente dall’omonima chiesa, ora scomparsa, una statua della Madonna Addolorata e, a fondo navata, un’immagine della Madonna di Montevergine, a ricordo dei Verginiani a cui la chiesa appartenne.
Lungo la navata di destra vi è, invece, un’antichissima acquasantiera con pesci scolpiti all’interno, poggiante su colonna d’epoca imperiale, una tela raffigurante il Beato Vescovo di Bovino mons. Antonio Lucci, datata 1748, opera del pittore Domenico Caso, e le statue dell’Annunciazione con l’Arcangelo Gabriele, di San Michele Arcangelo e di Santa Filomena.
Sopra l’altare maggiore, infine, vi è la statua lignea settecentesca di Maria SS. del Rosario, cui è dedicata la Congrega.
All’esterno della chiesa, sulla facciata principale, venne collocato un “quadrato magico”, un raro reperto litico dell’età paleocristiana, presente anche negli scavi archeologici di Pompei, donato dal cittadino Francesco Paolo Di Taranto. E’ in sostanza un “polindromo”, ovvero un insieme di parole (cinque nel nostro caso), che possono essere lette in più modi. Anagrammato da più studiosi racchiude, secondo alcuni di essi, due volte le parole “Pater Noster”, poste a forma di croce con l’avanzo delle lettere “A e O”, che dovrebbero corrispondere alle lettere greche Alfa e Omega, a ricordare Cristo, Inizio e Fine di ogni cosa.

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